Giornata della Memoria |

Consapevoli di un passato che non deve ripetersi

Venerdì 27 Gennaio 2017 - ore 18:13

"L'Olocausto è una pagina del libro dell'Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria", affermava Primo Levi, grande scrittore novecentesco e partigiano italiano ma soprattutto testimone del grande genocidio del Novecento, che, oggi 27 Gennaio 2017, è  giunto al suo 72esimo anniversario. La Giornata della Memoria è stata istituita ufficialmente in Italia il 20 luglio 2000 e viene celebrata a livello internazionale perché si porta alla memoria quel 27 gennaio 1945, data della liberazione di Auschwitz da parte delle Forza Sovietiche; ma, come dimostra la parola stessa, è proprio il "ricordo", la "memoria" la chiave  che permette non solo di conoscere ma soprattutto di COMPRENDERE il male che l'uomo è stato capace di commettere. Infatti la Shoah (termine ebraico che ha il significato di "catastrofe ", utilizzato dagli ebrei in riferimento ai sacrifici espiatori) o anche "Olocausto"(sterminio) è uno dei più grandi genocidi del Novecento riconosciuto a livello mondiale ma non bisogna dimenticarsi delle atrocità simili che hanno caratterizzato precedentemente la storia,  in particolare il  primo genocidio di tutto il Novecento, quello degli Armeni, riconosciuto solo nel 1946 dalle Nazioni Unite. 
L'ideologia che accomuna la maggior parte dei genocidi è proprio quella dell'antisemitismo, del nazionalismo e dell'intolleranza religiosa, che hanno fatto sì che Hitler sterminasse tutti coloro che non facevano parte della cosiddetta "razza ariana" ma erano considerati nemici. La persecuzione degli ebrei si articolò precisamente in tre fasi: dal 1933 al 1935 ci fu una vera e propria violenta propaganda contro il popolo ebraico; nel 1935 il governo nazista istituì le Leggi di Norimberga con le quali si esclusero gli ebrei dalla "Comunità nazionale" e nella cosiddetta notte dei cristalli moltissimi ebrei persero la vita (9-10 novembre 1938); infine si passò allo sterminio vero e proprio, trasferendo gli ebrei in ghetti chiusi da mura e fili spinati, privandoli dei propri vestiti e tagliando completamente i capelli. Ogni giorno erano costretti a svolgere lavori forzati, soffrivano la fame ed erano contraddistinti dal simbolo ebraico della stella gialla. Ma il momento più doloroso era quando giungeva la fine, poiché condotti nelle camere a gas veniva fatto credere loro di trovarsi in semplici docce ma contrariamente fuoriuscivano gas letali. 
Oggi, 27 gennaio 2017, in tutto il nostro Paese, ma non solo, non sono mancate né commemorazioni né  esortazioni a porre attenzione ai "nuovi atti di intolleranza e razzismo" che pervadono l'intero mondo e a tal proposito il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha dichiarato : "Esprimere riconoscenza ai reduci che testimoniano le sofferenze e ricordare le colpe dei complici". Anche Papa Francesco, il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e molte altre cariche del nostro Paese hanno ricordato l'Olocausto e hanno sottolineato l'importanza che ciò non si verifichi più.  

Il Giorno della Memoria non vuole misconoscere gli altri stermini di cui l'umanità è stata capace né tanto meno sostenere una superiorità del genocidio ebraico, ma,  come sostengono molti critici e studiosi, si tratta di una presa di coscienza collettiva, di consapevolezza di ciò che si è stati capaci di fare in modo che non si ripeta mai più, anche se, da quell'apparente lontano 1945, in realtà sembra non esserci mai allontanati giacché assistiamo quotidianamente ad atrocità imperdonabili  e, dunque, nella MEMORIA di 72 anni fa e di tutte le persone che hanno perso la vita, ricordiamo una celebre frase della giovane Anna Frank, anch'ella vittima dello sterminio ebraico : "Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo!".

Maria Antonia Pisano

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